La metamorfosi di Milano nel post Covid passa per uffici e settore living
Nei primi nove mesi dell’anno Milano ha catalizzato capitali per l’investimento in uffici pari a 1,26 miliardi di euro sui totali 1,45 miliardi spesi in Italia (dati Colliers), mentre nel living, il residenziale declinato in categorie che vanno dallo studentato al senior housing sono stati investiti 214 milioni sui 254 milioni complessivi (dati Cushman&Wakefield). Due numeri che mostrano la vivacità del mercato immobiliare milanese nel post-Covid, un tentativo riuscito di lasciarsi alle spalle i mesi bui della prima fase della pandemia.
«I Giochi Olimpici saranno un punto di partenza per una ulteriore crescita della città» ha detto il sindaco Beppe Sala intervenuto all’evento (a lato l’intervista).
Uffici e living, inteso anche come prima casa, sono i settori che dall’impatto con la pandemia usciranno con una nuova fisionomia ancora più appetibile per gli investitori.
«L’ufficio del futuro sarà un edificio ibrido, dove più funzioni potranno essere mixate - dice Giuseppe Amitrano, ceo di Gva Redilco e Sigest - e avrà un ruolo sempre più rilevante nella rigenerazione di intere aree della città. A Milano nei primi nove mesi del 2021 il take up del direzionale ha superato i valori del 2020 ed è facile pensare che a fine anno arriveremo a 400mila metri quadrati affittati». La rigenerazione urbana, con l’offerta di nuovo prodotto con standard elevati attira la domanda. «È quanto accaduto nello sviluppo di Symbiosis - racconta Alexei Dal Pastro, impegnato con Covivio nella riqualificazione dell’ex Scalo Porta Romana -. Oggi in zona arrivano brand come Moncler e Lvmh ad affiancare il pioniere Fastweb».
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